Architetto e teorico
dell'architettura italiano. Si formò nel circolo dei pittori bolognesi,
dove conobbe la tecnica della prospettiva e ammirò artisti quali
Raffaello e Bramante. Le sue prime esperienze architettoniche si collocano
all'inizio del XVI sec., quando ottenne l'incarico di costruire parti del
palazzo comunale di Bologna ed elaborò alcuni metodi di restauro dei
portici della città. Recatosi a Pesaro, tra il 1505 e il 1514
lavorò all'Arca di San Terenzio. Di nuovo a Bologna, divenne stretto
collaboratore, nonché allievo, di B. Peruzzi che, nel corso di un lungo
soggiorno a Roma (1515-22), ebbe il merito di avvicinare
S. allo studio
delle antichità. A partire dal 1528 fu a Venezia; risalgono a questo
periodo la realizzazione delle case Zen (1531) e la pubblicazione di incisioni e
scritti sull'arte del costruire destinati ad assicurargli una crescente fama di
teorico e a influenzare lo sviluppo dell'architettura del Rinascimento europeo.
Tra le opere italiane di maggior impegno si annoverano: la costruzione del
teatro ligneo (1539) e il restauro del palazzo della Ragione a Vicenza, il
soffitto in legno del palazzo ducale di Venezia, il campanile del duomo di
Thiene, l'altare in marmo per la chiesa della Madonna di Galliera a Bologna, il
progetto del palazzo comunale di Rimini. Trasferitosi alla corte di Francesco I
in Francia (1539), fu nominato architetto generale delle fabbriche reali,
ottenendo ampi riconoscimenti per la realizzazione del palazzo di Ippolito
d'Este a Fontainebleau (1540-46), per la costruzione del palazzo di
Ancy-le-Franc (1546), nonché per la stesura del piano regolatore di Lione
(1551), posteriore quest'ultimo alla morte dello stesso sovrano.
S.
ottenne fama internazionale anche come trattatista; i nove libri del suo
trattato vennero pubblicati separatamente con un ordine di stampa diverso da
quello di composizione e in parte postumi:
Quarto libro (1537), sulle
regole generali e la classificazione dei cinque ordini architettonici;
Terzo
libro (1540), sulle antichità di Roma;
Primo e secondo libro
(1545), sui fondamenti dell'architettura;
Quinto libro (1547);
Libro
settimo (1575), sulle
habitationi di tutti li gradi di homini;
Libri sesto e ottavo, rimasti manoscritti e pubblicati in un'edizione
critica dal titolo
Architettura civile,
libri sesto,
settimo e
ottavo nei manoscritti di Monaco e Vienna (1994). L'importanza di
S.
venne misconosciuta dai teorici e dagli architetti successivi che gli
attribuirono unicamente l'invenzione della
serliana
(V.). Solo la critica odierna è unanime nel
riconoscere a
S. il merito di aver elaborato e diffuso in Italia e in
Europa un linguaggio manierista cui si dimostrarono sensibili Palladio, Giulio
Romano e diversi architetti francesi, come Ph. Delorme e G. Philander (Bologna
1475 - Fontainebleau 1554).